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«SOLO NEGLI ULTIMI TRE ANNI ABBIAMO FINANZIATO PIANI FORMATIVI PER QUASI 100 MILIONI E CONTINUEREMO SU QUESTA STRADA»

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Il presidente del Fapi Luca Sanlorenzo anticipa alcuni dei temi del suo intervento al video incontro “Competenze per competere” del 4 maggio organizzato da Confapi Veneto

INFO E ADESIONI

Dodici milioni destinati alla formazione continua nel solo 2020. «E per il 2021 faremo tutto il possibile per continuare a soddisfare i fabbisogni delle aziende». A parlare è Luca Sanlorenzo, presidente del Fapi - fondo interprofessionale paritetico costituito da Confapi, Cgil, Cisl, Uil, che associa oltre 50 mila imprese, occupando circa 500 mila lavoratori e lavoratrici in Italia. Assieme all’Assessore regionale alla formazione e lavoro, Elena Donazzan, e al Direttore regionale dell’Area Politiche Economiche, Capitale Umano e Programmazione Comunitaria, Santo Romano, sarà tra i relatori dell’incontro COMPETENZE PER COMPETERE, in programma martedì 4 maggio alle 17. Focus del suo intervento “Le risorse in campo per la formazione nella piccola e media industria”.

«C’è una premessa da fare», spiega Sanlorenzo, anticipando alcuni dei temi che saranno affrontati, «ed è questa: il Covid ha cambiato prospettive e accelerato dinamiche che erano già in atto ma che, con la pandemia, hanno modificato radicalmente il mondo in cui operano le nostre imprese. Imprese, quelle italiane, storicamente affette da “nanismo”: il loro essere di piccole dimensioni, fino a qualche tempo fa, presentava anche dei vantaggi, il primo dei quali era la flessibilità, ma oggi quei vantaggi non ci sono più, mentre sono ancora più evidenti i limiti di questo sistema, perché solo chi può contare su risorse adeguate è in grado di competere nel mondo produttivo. Ne consegue che le nostre imprese sono chiamate a crescere e a farlo in fretta. E non mi riferisco solo a una crescita in termini dimensionali, ma anche legata, appunto, alle competenze, che sono sia quelle dell’imprenditore, sia quelle dei suoi dipendenti. In quest’ottica, il Fapi ha il compito di supportare le Pmi, verso quel salto - anche tecnologico - oggi più che mai urgente e necessario».

Perché è urgente?

«Mi limito a citare un elemento: il blocco dei licenziamenti ha spinto le imprese a fare un ampio ricorso agli ammortizzatori sociali, ma quando verrà tolto cosa succederà? Succederà che, appunto, torneranno a licenziare e la disoccupazione aumenterà. A meno che i lavoratori oggi in cassa integrazione siano formati e possano restare al passo nel nuovo mondo. Ma il punto, al di là della questione licenziamenti, è che il “saper fare”, che è sempre stato il segreto delle nostre piccole imprese, non basterà più per restare sul mercato. Pensiamo solo a quanto peso abbiano nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza appena presentato in Parlamento settori come la digitalizzazione e il green, veri e propri assi portanti, riguardo ai quali, però, le aziende sono spesso impreparate e in ritardo».

In questo senso come potete intervenire?

«Il Fondo nuove competenze introdotto dal Governo Conte è stato un primo passo e, non a caso, lo scorso dicembre abbiamo lanciato un avviso a esso appositamente dedicato. Ora servono passi successivi, anche per non creare problemi sociali oltre che economici. Il Fapi si occupa di formazione continua, ed è lo strumento migliore a disposizione delle piccole imprese. Questo perché, se è vero che come tutti i fondi interprofessionali raccoglie lo 0,30% dei contributi che le imprese versano all’INPS ogni mese, ha però scelto di distribuire le risorse in maniera solidaristica, con un meccanismo che consente anche all’azienda più piccola e con meno dipendenti di muoversi alla pari, rispetto all’opportunità di fare formazione, con le realtà produttive numericamente più significative. Gli strumenti di più immediata efficacia messi a disposizione dal Fapi sono gli Avvisi generalisti, gli Avvisi a sportello e i Piani Quadro, le cosiddette “Reti”. E voglio ricordare alcuni numeri. Complessivamente, dal 2005, il Fondo, ha finanziato attività formative per 180 milioni di euro. Soltanto negli ultimi tre anni, il Fapi ha finanziato piani per quasi 100 milioni di euro: ne hanno beneficiato oltre 10 mila imprese e circa 100 mila fra lavoratori e lavoratrici. Faremo il massimo sforzo per continuare su questa strada, perché oggi le aziende ne hanno più che mai bisogno». 

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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