Le risorse e gli strumenti per sostenere la crescita al centro dell’incontro “Competenze per competere” organizzato da Confapi Veneto con Donazzan, Romano e Sanlorenzo. Allo studio un prodotto cofinanziato fra Regione e Fapi.
In Veneto, nel 2020, tra mancate assunzioni e rapporti di lavoro cessati, si stima che a causa della pandemia siano venuti meno circa 38 mila posti di lavoro. Per quanto concerne il Pil, nel 2020 è diminuito dell’8,9% e per il 2021 si attende una ripresa del 5,3%, insufficiente, però, a riportarlo ai livelli pre-Covid. Numeri che hanno fatto da sfondo ai temi affrontati nel webinar “Competenze per competere - Risorse e strumenti per sostenere la crescita del capitale umano in azienda”, che, sotto l’organizzazione di Confapi Veneto, ha raccolto una nutrita platea di imprenditori. E questo perché, come ha sottolineato il suo Presidente Manfredi Ravetto, «la capacità di recupero nei prossimi mesi varia da settore a settore ma certo dipenderà dall’investimento sulla formazione e sul capitale umano. Partendo da questo presupposto abbiamo voluto offrire alle imprese un’analisi puntuale degli strumenti disponibili per finanziarli. L’auspicio, oggi, è che le imprese venete tornino a dialogare e a fare rete fra loro. Ma, per riuscirci, devono accrescere le loro competenze e questo, appunto, sarà possibile solo grazie alla formazione». Per conoscere le iniziative messe a disposizione sono stati invitati a confrontarsi l’Assessore regionale a formazione e lavoro Elena Donazzan, il Direttore regionale dell’Area Politiche Economiche, Capitale Umano e Programmazione Comunitaria Santo Romano, e il Presidente del Fapi - fondo interprofessionale di Confapi, Cgil, Cisl, Uil - Luca Sanlorenzo. L’incontro è stato moderato dal direttore di Confapi Padova Davide D’Onofrio, coadiuvato dal direttore di Confapi Venezia Nicola Zanon.
A Romano il compito di entrare nello specifico tecnico dei «bandi legati al mondo del lavoro e destinati alle imprese. A riguardo la Regione Veneto ha stanziato 18 milioni di euro nel 2021, 14 dei quali attraverso il bando “Alleniamoci al futuro”, che, per mezzo delle sue due linee, mira ad adeguare il profilo di competenze dei lavoratori agli obiettivi di competitività sostenibile delle imprese. Il tutto con un occhio di riguardo ai meccanismi di filiera e di rete». Nel question time Romano si è poi soffermato sullo stato dell’arte del tavolo di partenariato “Verso il Veneto 2030”: «Stiamo lavorando alla preparazione dei Programmi Operativi Regionali, cofinanziati dai Fondi Europei: dobbiamo precisare che quelle a disposizione saranno risorse addizionali, vale a dire che non andranno a sostituire le risorse già stanziate dallo Stato. Al centro ci sarà il tema dell’innovazione, con un occhio di riguardo alle micro, piccole e medie imprese. L’invito che rivolgiamo loro è quello di aggregarsi e ragionare nell’ottica delle sinergie».
L’assessore Donazzan ha rimarcato il ruolo della nuova programmazione dei Fondi Europei 2021-2027, strategico per dare risposte alla crisi senza precedenti provocata dalla pandemia, che, in Veneto, si inserisce in un contesto già minato da una crescente denatalità «con mille ragazzini in meno iscritti alle scuole elementari rispetto all’anno prima, e la proiezione è di un crollo delle nascite del 30% per il 2050. Dati che ci interrogano su quale sarà la manodopera su cui potremo contare nel futuro. Per questo tra le sottocommissioni che mi competono tengo molto a quelle che si occupano di welfare, dell’accompagnamento delle imprese e delle politiche formative di filiera. Tra gli obiettivi del mio mandato, prioritario è arrivare a raddoppiare gli Its, i corsi di istruzione tecnica superiore che danno indici di successo - in termini di occupazione stabile - senza eguali e che costruiranno le figure che lavoreranno nelle imprese del prossimo futuro. A questo riguardo so di trovare in Confapi, con cui esiste un solido rapporto di collaborazione costruito negli anni, un interlocutore di primo piano, che sa fare sintesi dei bisogni delle imprese». In tema di formazione, l’Assessore ha evidenziato come «dotare le persone delle giuste competenze permetta loro di lavorare con più efficacia e di trarre vantaggio dalle tecnologie avanzate, abbatta i principali ostacoli agli investimenti economici, prevenga gli squilibri tra domanda e offerta nel mercato del lavoro e getti le basi per l’innovazione».
L’intervento si è chiuso con l’impegno a portare avanti il progetto di un prodotto cofinanziato fra Fapi e Regione. In Veneto, d’altra parte, il tessuto delle Pmi è particolarmente rilevante e altrettanto sviluppata è l’attività del fondo interprofessionale. Un raffronto rende bene l’idea della sua crescita negli ultimi anni: nel 2014 le aziende aderenti al Fapi in Veneto erano 1.340, oggi sono circa 3.500. «Il Fapi si occupa di formazione continua ed è lo strumento migliore a disposizione delle piccole imprese perché, se è vero che come tutti i fondi interprofessionali raccoglie lo 0,30% dei contributi che le imprese versano all’Inps ogni mese, ha però scelto di distribuire le risorse in maniera mutualistica, con un meccanismo che consente anche all’azienda più piccola e con meno dipendenti di muoversi alla pari con realtà numericamente più significative», ha affermato Sanlorenzo, che poi ha illustrato gli strumenti di più immediata efficacia messi a disposizione dal Fapi: «gli Avvisi generalisti, gli Avvisi a sportello e i Piani Quadro, le cosiddette “Reti”». Chiudendo, in tema di alta formazione, con l’elogio all’esempio offerto da S.Pa.D.A. Confapi, la business school di Confapi Padova rivolta a imprenditori e manager di Pmi, «un modello che dovrebbe essere esportato il più possibile nel resto d’Italia».
Nella foto i relatori del webinar: dall’alto, in senso orario: Davide D’Onofrio, Luca Sanlorenzo, Nicola Zanon, Santo Romano, Manfredi Ravetto ed Elena Donazzan
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Veneto